Catania cortigiana

“ … La pioggia solca le strade di una assurda mattina di Giugno, una delle nostre che pensi di morire in una morsa di calore, e invece no, un vento leggero solletica i rami più alti degli alberi, il cielo si veste di scuri cirri carichi pronti a scoppiare ed io indosso solo una veste leggera, quasi impalpabile e blu, blu
pensieroso e malinconico.
Le strade sono quasi deserte, solo un vecchio si trascina malconcio e claudicante, tirandosi dietro un carretto che sta in piedi per miracolo e viene da chiedersi chi sostiene chi … solo i miei tacchi altissimi risuonano secchi sulle basole … tac tac tac … un passo davanti all’altro imperterrita … verso chissà cosa poi … ma non importa dove, l’importante è andare.
“ Ho fame” penso, e sento solo crampi che mi dilaniano il ventre che zittiscono la mente che mi chiede dove vado, ma non importa, devo andare … tac tac tac… un passo dopo l’altro a ferire le basole con i miei altissimi tacchi.
Passo davanti ad una finestra e stupita guardo l’estranea che mi fissa, il volto scavato, neri occhi di fuori, ridicola in un abito troppo elegante per quell’ora e di sicuro troppo grande per quel corpo consunto dall’uso di troppi uomini, una maschera di trucco che iniziava a sciogliersi, e sorrisi, in fin dei conti ero solo io e canticchiai a me stessa una vecchia canzone dei queen …
“Ho fame” penso, ma non ho nulla da buttare giù… eppure vago impupata pronta a fingere di essere un’altra .. “oggi devo incontrare un uomo importante” mi dico, e cerco di rassettare il vestito, “stavolta è diverso” mi ripeto di continuo, tanto che oramai le parole hanno perso qualsiasi significato, ma non importa devo andare … tac tac tac …
Incontro un gruppo di donne, camminano strette l’una all’altra, ed avanzano come se fossero l’esercito della salvezza incaricate da Dio stesso di ripulire il mondo dalle donne come me, tanto è lo sdegno che riportano nello sguardo … SVERGOGNATA … puttana … mi urlerebbero contro se la forte opinione che hanno di se stesse non le avesse fermate, ma non ho tempo da dedicare al loro disgusto devo andare incontro al mio destino, che oggi sono sicura sarà differente … tac tac tac
“Hanno ragione” mi risuona in testa come un secco colpo di pistola, e comincio a contare gli uomini che famelici e senza scrupoli hanno frugato sotto la mia veste, hanno scavato nel mio ventre, hanno solcato la mia pelle antica … 1 … 100 … perdo il conto … sono troppi …
Ma stavolta è diverso, ne sono sicura, ho chiesto in giro, ho preso informazioni e mi hanno detto che quest’uomo è diverso, lui non prenderà tutto ed andrà via quando ha finito, come hanno fatto gli altri…ca mi lassaru sula, povera e pazza…
Svolto l’angolo ed un uomo ben vestito mi si piazza davanti “ Quo vadis, baby?”, ed in effetti ricorda un lascivo e tenebroso attore del film “ultimo tango a Parigi” .. e mi basta guardarlo negli occhi per capire che nulla è cambiato, tutto sembra mutare ma per restare esattamente com’era prima.
Non oppongo resistenza quando la sua mano umida mi afferra e mi trascina nel buio di una traversa stretta come un budello, di quelle che costellano il centro storico, ed il baratro si riapre sotto i miei piedi, e mi inghiotte senza possibilità di scampo …
Occhi da lupo mi fissano e mi spogliano, mani rapaci cercano e trovano ciò che vogliono, un uomo senza scrupoli mi ha fatto la sua puttana per l’ennesima volta, sento le forze che pian piano mi abbandonano mentre da lontano sento le campane di una delle nostre tante chiese e mi abbandono, in questa assurda mattina di Giugno, una delle nostre che pensi di morire in una morsa di calore e invece no, qui non muori per il caldo.
Il silenzio signori, l’inerzia e la corruzione mi hanno uccisa.
Firmato: CATANIA

Nessun commento: